tag:blogger.com,1999:blog-26472229285910880402024-02-08T04:36:12.083-08:00Il Complotto dei MoriaSiamo effettivamente liberi?Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.comBlogger12125tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-47347838327957333082019-09-02T09:54:00.001-07:002019-10-02T11:49:12.333-07:00Dal male nasce il bene e viceversa<span style="color: #1d2129; font-size: xx-small;"><span style="font-family: inherit; font-size: x-small;">Ci
accorgiamo che le nostra sfortuna si trasforma in fortuna nel momento in
cui la nostra fortuna riflette l'attimo preciso in cui la vecchia sfortuna ci indirizzava nella nostra attuale fortuna.</span></span>Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-82542906172840646922016-02-09T10:01:00.000-08:002019-10-02T11:48:32.287-07:00La Venere di Milo e uno gnomo dentro a un giardino <span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 24px;">Difficilmente si verifica il caso che una persona dica: "Questa è una cosa che so che tutti troveranno bruttissima, ma a me pare bella e la considero bella". È molto più probabile che invece, quando noi ci riferiamo alla bellezza, immaginiamo sempre, come diceva Kant, l'accordo di una umanità possibile che ci dica: "Sì, hai ragione, questo è bello". </span><span style="color: black; line-height: 24px;">La bellezza però non è collegata a un concetto di gusto che ognuno di noi ha e che può essere inteso anche a livello generale, gusto della massa</span><span style="line-height: 24px;">. Sarebbe un problema se l'artista che crea, modificasse il gusto dei fruitori dell'arte (e quindi in questo senso anticipando quello che poi sarà il bello e il brutto in futuro) oppure se la massa, i fruitor</span><span style="line-height: 24px;">i dell'arte, che avendo un proprio concetto di gusto in continua evoluzione, influirebbero sull'artista e la sua opera. Ma non succede già? Il</span><span style="line-height: 24px;"><span style="line-height: 150%;"> gusto fa scaturire il bello, il buon gusto è però un ideale che appartiene solo ad alcune persone. Certo non si dice mai: "Io sono una persona di cattivo gusto". Al massimo si dice: "Di queste cose non me ne intendo". Tutti però pensano di a</span></span><span style="line-height: 24px;">vere buon gusto. È come il buon senso per Cartesio: "La cosa meglio diffusa nel mondo", perché tutti pensano di averne abbastanza. Nessuno dice: "Sono privo di buon senso", oppure "sono privo di buon gusto".</span><span style="line-height: 150%;"> </span><span style="line-height: 24px;">Una persona più istruita e una persona meno istruita vedono sicuramente delle cose diverse, non hanno esattamente gli stessi gusti, però in generale si può immaginare che fra la Venere di Milo e uno gnomo dentro a un giardino c'è un criterio per cui, in genere, si dice che è più simile al concetto universale di bello la Venere di Milo anziché uno gnomo dentro a un giardino. È però complicato, perché tantissima gente si mette lo gnomo e non la Venere di Milo, e se uno si mettesse la Venere di Milo, in giardino, sarebbe perverso.</span></span>Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-44496314536394785302016-01-31T01:19:00.001-08:002019-10-02T11:38:11.245-07:00L'Italia dica sì ai matrimoni gay<span style="background-color: white; font-family: inherit; line-height: 19.32px;">La famiglia, secondo il buon senso è ovunque due persone si leghino affettivamente e decidano di vivere assieme. I figli sono una delle espressioni di questo amore. Ma è l’amore il centro del legame, non l’utero. È sconcertante come ancora nel 2016 l'Italia non riesca ad adeguarsi agli standard di civiltà e alle direttive europee. Quelli che discriminano le persone sono rimasti indietro decenni. Come le persone etero possono scegliere chi tutelare legalmente in caso di morte, anche ai gay deve essere data la possibilità di riconoscere una persona speciale dal punto di vista affettivo e legale a cui destinare il patrimonio. La Costituzione deve tutelare la famiglia. E il concetto di famiglia non è quello del Vaticano, ma è quello espresso dalla popolazione italiana. Essa comprende le famiglie monogenitoriali, le famiglie senza figli, le famiglie allargate con i figli di matrimoni precedenti, le famiglie composte da persone di cultura diversa, di religione diversa e le famiglie omosessuali.</span>Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-57728190991908222362014-10-20T19:30:00.000-07:002019-10-02T11:50:05.869-07:00[Piazza Diniego]<span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i>Possibile che non sia nato ieri?</i></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i>
<i><span style="font-family: inherit;">Quieti vuoti, odori velati</span></i></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i>Non ricordo castelli così alti</i></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i>Luci e cavi elettrici sugli accenti</i></span></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i>Persino la luna pare diversa</i></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></span></i></span></span></span></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;">È viola la nebbia scorta in strada?</span></span></span></i></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></span></i></span>
<span style="font-family: inherit;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;">Danzano le nuvole, nessuno si muove</span></span></span></i></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><i>Ardono le stelle di sogni deserti</i></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><i>C'è qualcosa sui miei passi</i></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><i>Briciole di versi suonati via dal vento</i></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></span></i></span></span></span></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;">Ricordate il rumore della pioggia?</span></span></span></i></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></span></i></span>
<span style="font-family: inherit;"><i><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;">Il mulino si è dimesso per sempre</span></span></span></i></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><i>E i boschi non fiatano più ormai</i></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i>
<i><span style="font-family: inherit;">Nessuno crede a quello strano cane</span></i></span><br />
<i><span style="font-family: inherit;">Sovente raccontava di un arcobaleno</span></i><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><i><span style="font-family: inherit;"><br /></span></i></span></span></span></span>
<i><span style="font-family: inherit;">Possibile che non sia nato ieri?</span></i></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i>I soldi respirano, le bandiere si battono</i></span></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i>Soffrono d'insonnia i dolori tremendi</i></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></span></span>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i>Oltre le mura le stelle cadono</i></span></span></span></span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><span style="font-family: inherit;"><i>E il cielo svanisce, e i sogni muoiono</i></span></span></span>Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-37953068572538061062013-10-20T03:42:00.002-07:002019-10-02T11:37:51.309-07:00Sotto gabbia virtuale<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Della persona più vera che esiste in questo mondo, gli occhi non hanno luce e i toni non fanno eco qui nel virtuale se dal vivo, tali materie, non le si conosce e non le si vive abbastanza da ricrearseli da sé (qui) quando il dubbio si manifesta. Momenti specifici di una conversazione non verbale, richiedono infatti capacità empatiche molto spesso assenti tra i vari interlocutori; no che questi non le abbiano, semplicemente non si conoscono sufficientemente abbastanza da affrontarli e discuterli senza abbisognare di un contatto diretto quale potrebbe essere il suono della voce o la mimica di uno sguardo. Siamo esseri umani, e certi lati di una persona, prima di impararli a leggere dalle sue parole abbiamo bisogno di impararli a leggere dal suo corpo. È indispensabile, al fine di comprendere senza dubbio alcuno, il messaggio scritto dall'altro, immaginare il tono e gli occhi con cui quest'ultimo l'avrebbe pronunciato dinnanzi a noi; perché se nessuno dei due interlocutori conosce tutti i lati dell'altro, nessuno dei due interlocutori potrà mai ricrearsi l'immagine dell' altro quando questi si presenterà nel virtuale con un lato finora sconosciuto, nuovo e in tal caso discutibile, che rischia di creare in chi dall'altra parte dello schermo si trova, confusione e fraintendimento. Sono quindi cause di peculiare distorsione schematica sociale, le interazioni virtuali tra due interlocutori; poiché la percezione umana non si limita semplicemente a riprodurre la realtà esterna, ma la ricostruisce anche, fedelmente o erroneamente, al fine di dare un senso alle informazioni. Informazioni, in questo caso sguardi e toni, la cui assenza ci limita non poco nel delineare silenzio, maschera e sconforto; informazioni, la cui assenza non ci permette di trapelare disappunto, boria, cruccio e quant'altro sta cercando di trasmetterci il nostro parlante. Se d'informazioni stiamo parlando quindi, e se sono queste assenti o non ricreabili da sé, certe parole non sono che indecifrabili e alle volte vuote, poiché non si conoscono e riconoscono in esse gli occhi e i toni di chi li scrive. Perché sono questi: lo sguardo e la voce, il vero inchiostro che da vita al verbo, un inchiostro poco riscontrabile nella qualsiasi penna o tastiera di chiunque.</span></div>
Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-77708338928410503922013-10-17T00:23:00.001-07:002019-10-02T11:47:30.946-07:00Si è quel che si fa o si fa quel che si è?<div style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit; font-size: x-small;"><b>Si è quel che si fa</b> e non <b>si fa quel che si è</b> perché essendo quel che facciamo esprimiamo una conseguenza che a parti invertite non necessariamente verrebbe fuori. Io sono un pittore e per questo so dipingere. Io dipingo, ma questo non fa di me un pittore.</span></div>
Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-5674212183652721422012-12-06T15:47:00.002-08:002019-10-02T11:37:15.919-07:00Se la merda avesse valore, i poveri nascerebbero senza buco del culo<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Siamo stati messi al mondo per dare continuità e nient' altro, guai a pensare di cambiarlo, impossibile sradicare quello presente; che non vi venga in mente neanche di crearne uno nuovo, bisognerebbe prima trovare le chiavi che ci ammanettano a questo, ma cosa più importante rendersi conto di essere ammanettati. Siamo nati quindi in un mondo già fatto, già costruito, il cui unico scopo è quello di preservarsi così com'è, servendosi di noi, nati a garantire tale fine. Viviamo quindi nell'inconsapevolezza di far parte di un qualcosa a cui non potremo mai sottrarci, qualcosa di talmente caro da regalarci l'illusione di essere noi i veri artefici di tutto, qualcosa che comunque vada riesce sempre a cibarsi delle nostre ambizioni, delle nostre velleità, dei nostri successi o fallimenti che siano. Non è vi è nulla di prestabilito, semplicemente il nostro potere di diventare non è assoluto, bensì relativo al contesto e alle regole che il mondo rigorosamente ci presenta, e ai bisogni e alle preghiere che in quel determinato momento ci sollecita a fornire. Troppe le regole, troppi i principi che mistificano e regolano questo sofisticato (ma non troppo) marchingegno conosciuto da tutti con il nome mondo. Messi su carta, tali principi sono stati scritti al fine di distogliere l'attenzione da quelli più severi, da quelli non scritti che alla sola lettura priverebbero l' uomo della sua sedicente libertà di vivere. A mio modo di vedere il mondo è come un mazziere di black jack, non ti parla, si limita a distribuire il mazzo, le carte che dovrai giocare. Dipenderà da te l'esito della mano prima e della partita poi. Dipenderà dalle tue carte e dalla tua abilità a trarne il massimo da queste, l'esito di questo pilotato gioco chiamato vita.</span></div>
Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-33718947574979466812012-11-23T03:54:00.000-08:002019-10-02T11:47:18.368-07:00Adatti, Adattati e Adattatori<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Dal mio punto di vista esistono tre tipologie di persone o meglio tre tipi di <<a>> che io chiamo:</span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<br />
<ol>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>adatti</b>: sono quelli che nati in scia di ciò che si deve e si dovrebbe fare, ci restano. Non chiedono perché, si limitano soltanto a credere in ciò che gli è stato tramandato, insegnato e somministrato. Da adatti si sentono forti e protetti da quella stessa scia che come paraocchi impedisce loro di vedere al di fuori di essa. Ignoranti; </span></li>
</ol>
<ol>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>adattati</b>: sono quelli che fin da subito si pongono domande sulle origini di un qualcosa. Non nascono in scia poiché fin da subito troppo intelligenti e distanti dagli altri. Da adattati ci finiranno dopo sentendosi messi all'angolo della solitudine e provando a fasi diverse, soddisfazione, dolore e infine desiderio di far parte di un qualcosa. Deboli; </span></li>
</ol>
<ol>
<li><span style="font-family: inherit;"><b>adattatori</b>: sono quelli che meno di tutti vivono la scia. Prima dentro come gli adatti, poi fuori come in un primo momento gli adattati. In netto ritardo rispetto a quest' ultimi, gli adattatori reggono bene l'angolo della solitudine poiché ci si ritrovano in fase più matura. Non rientreranno mai più in scia, illudendosi un giorno di crearne una tutta loro. Sognatori.</span></li>
</ol>
<ul>
</ul>
Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-70653980274949547892012-11-17T17:04:00.001-08:002019-10-02T11:36:50.996-07:00È stato Dio a creare l'uomo, o viceversa l'uomo a creare Dio?<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Sono dell'idea che l' uomo per propria natura ha paura e per questo ha da sempre bisogno di credere in qualcosa, un qualcosa di divino e supremo, un qualcosa che possa donargli salvezza e protezione, un qualcosa di talmente forte che lo spinga ogni giorno a vivere la propria vita in completa armonia con tutto ciò che lo circonda. Questo qualcosa è senza dubbio Dio, figura capo di un mondo che senza un capo sarebbe nel caos già da moltissimo tempo, o forse no? Di certo è un ruolo importante il suo, parlo di Dio ovviamente, fondamentale quasi. Ci serviamo di lui per placare la nostra paura, ci serviamo di lui per soffocare le nostre incertezze, ci serviamo di lui per giustificare le nostri ragioni, ci serviamo di lui per combattere le nostre guerre. Ma esiste davvero lui? Credo di sì, non da sempre, ma dal momento in cui l' uomo ha avuto paura. Ma paura di cosa? Paura di finire i propri giorni di punto in bianco disillusi che la vita non continui da qualche altra parte? Paura che le ingiustizie altrui non saranno mai punite da nessuno così da restare franche? Entrambe direi, comodo per tutti credere in lui, immaginatevi per un attimo un mondo senza Dio, un mondo dove la gente non teme più una giustizia divina, un mondo dove la gente non spera più in un'aldilà. Si sentirebbe libera di esercitare la morale in maniera del tutto arbitraria, incoerente e confusa, non trovate? Il mio personale pensiero è che non è stato Dio a creare l' uomo, ma viceversa l' uomo creare Dio. L'uomo nero non si differenzia tanto da lui (Dio), anch'egli creato dall'uomo per incutere ai bambini timore, fondamentale questo per suscitare in loro la voglia di essere buoni o almeno provarci. Creduloni i bambini, almeno dal nostro punto di vista, ma credulone non è forse anche il mondo adulto? Credente non è forse l' eufemismo di credulone? </span><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;">Deboli, siamo tutti deboli e bisognosi di credere in un qualcosa che non esiste, ma capace comunque di realizzare il nostro ottimismo mettendoci in grado di compiere con fiducia i nostri compiti più importanti. Ostili, siamo tutti inconsciamente ostili nei suoi confronti, di Dio, la sua importanza è stata accresciuta e i suoi poteri così ingigantiti al fine di addossargli più facilmente la responsabilità che dovrebbe, secondo noi, avere riguardo appunto noi e i nostri drammi.</span></span></div>
Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-15583501365090645112012-10-10T05:14:00.000-07:002019-10-02T11:46:56.995-07:00Stare bene non è più importante di quanto dare l'impressione di esserlo<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Il mondo in cui ognuno di noi vive, pretende che ognuno di noi sorrida. Non importa quanto la vita possa essere dura, la cosa che più conta è affrontare tutto con un sorriso, anche plastico e fondata su nessuna sincerità. Sorridiamo per il mondo, ma non con il mondo insomma. Perché un mondo che non sta tanto a preoccuparsi di noi quanto della sua immagine potente e suprema, tutelata costantemente da rischi quali possono essere il malessere di un singolo individuo, previene cinicamente ed esclusivamente per sé, e non per noi. Se ad esempio in un ambiente di lavoro vi è infatti anche un solo impiegato vistosamente giù di morale, egli viene allontanato concedendogli a seconda dei casi un periodo di concedo che va da qualche giorno a per sempre.</span></div>
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
</span><br />
<div>
<i><span style="font-family: inherit;">"Troppo rischioso aiutarlo, rallenteremmo la produzione. Troppo rischioso tenerlo con noi, contagerebbe gli altri. Ne va di mezzo la nostra immagine. Se non riesce a sorridere, che vada via." </span></i><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: "arial" , "helvetica" , sans-serif;"><br /></span>
</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Quindi sostituiamolo, dice il mondo. Perché stare bene non è più importante di quanto dare l'impressione di esserlo. Contribuendo in questo modo a mantenere salda e inviolata l'immagine che il mondo vuole dare di se stesso, viviamo continuamente in una realtà fatta di mere impressioni. Nessun sorriso è così tanto falso da darci l'impressione di esserlo veramente, come nessuna persona è così poco convinta di vivere in maniera libera la propria vita più di quanto non lo stia già facendo. Inconsciamente siamo tutti o quasi tutti dei bravissimi attori. Assuefatti dalla menzogna, ricopriamo i nostri visi e le nostre vite con un velo di sedicente felicità, finalizzato a nascondere la verità di non essere veramente noi a voler sorridere.</span></div>
Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-48770471844897848112012-09-26T07:09:00.000-07:002019-10-02T11:35:44.197-07:00Prigionieri del proprio specchio<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Spesso lo odiamo continuando però a frequentarlo, è lo specchio, a mio parere una delle invenzione più malefiche che siano mai state costruite. Aiutato inconsciamente da noi e dalle nostre velleità, esso è in grado di mostrarci chi siamo, chi siamo stati e chi saremo. Senza offrirci quella giusta percezione che nemmeno il più saggio tra tutti gli uomini riuscirebbe ad assumere, lo specchio ci relega in quella piccola realtà di cui noi stessi siamo artefici. Ognuno di noi è prigioniero del proprio specchio, ognuno di noi è prigioniero della propria realtà non corrispondente e veritiera con quella in cui realmente prendiamo parte. Invenzione malefica codesta, non riflette infatti esattamente ciò che vediamo ma ciò che vorremmo vedere. Continuando ad illuderci silenziosamente senza preoccuparsi troppo, rappresenta un nemico di fronte al quale ci troviamo inermi perché privi di una corretta percezione non siamo in grado di capire ciò che realmente abbiamo davanti. Non puoi che scappare quindi di fronte ad uno specchio, potresti anche porgergli un complimento, ma non fidarti troppo quando di fronte ad uno specchio ti trovi. Esso ha due lati, uno buono e uno cattivo, e non è quello che abbiamo sempre pensato noi a rappresentare quello buono. Sbaglieremmo inoltre a pensare che uno specchio non possa essere anche un tema di nostra fattura, una foto che ci ritrae, una registrazione vocale, un video in cui ci descriviamo, perché tutti specchi di noi ci offrono una percezione distorta per il semplice fatto di essere noi i protagonisti di essi, percezione senza dubbio non corretta come quella esterna di una persona a noi cara e vicina.</span></div>
Giuseppe Condellohttp://www.blogger.com/profile/09441487373733932240noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2647222928591088040.post-16775269207609902522012-09-18T04:02:00.000-07:002019-10-02T11:35:34.421-07:00Scommettitori, lo siamo tutti<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<span style="font-family: inherit;">Sono le scelte a farci paura, non le opzioni. Quando sei un fanciullo non sei responsabile della tua vita, qualcun'altro è responsabile e in un certo senso questo è molto confortevole. Non avendo pesi di nessun genere la fanciullezza diventa una vera forma di libertà, libertà dalla responsabilità di scegliere, libertà che svanisce sempre più con il passare degli anni quando scegliere comincia a farci paura. Passa il tempo e ogni scelta si presenta a noi sotto forma di scommessa sempre più rischiosa, e come ogni scommessa anche dietro una scelta non vi è mai nulla di certo. Partendo da qui direi: al mondo siamo tutti scommettitori perché non scegliere è impossibile. Non siamo liberi di non scegliere, se non scegli hai scelto di non scegliere, ma anche questa è una scelta.</span></div>
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