martedì 9 febbraio 2016

La Venere di Milo e uno gnomo dentro a un giardino

Difficilmente si verifica il caso che una persona dica: "Questa è una cosa che so che tutti troveranno bruttissima, ma a me pare bella e la considero bella". È molto più probabile che invece, quando noi ci riferiamo alla bellezza, immaginiamo sempre, come diceva Kant, l'accordo di una umanità possibile che ci dica: "Sì, hai ragione, questo è bello". La bellezza però non è collegata a un concetto di gusto che ognuno di noi ha e che può essere inteso anche a livello generale, gusto della massa. Sarebbe un problema se l'artista che crea, modificasse il gusto dei fruitori dell'arte (e quindi in questo senso anticipando quello che poi sarà il bello e il brutto in futuro) oppure se la massa, i fruitori dell'arte, che avendo un proprio concetto di gusto in continua evoluzione, influirebbero sull'artista e la sua opera. Ma non succede già? Il gusto fa scaturire il bello, il buon gusto è però un ideale che appartiene solo ad alcune persone. Certo non si dice mai: "Io sono una persona di cattivo gusto". Al massimo si dice: "Di queste cose non me ne intendo". Tutti però pensano di avere buon gusto. È come il buon senso per Cartesio: "La cosa meglio diffusa nel mondo", perché tutti pensano di averne abbastanza. Nessuno dice: "Sono privo di buon senso", oppure "sono privo di buon gusto". Una persona più istruita e una persona meno istruita vedono sicuramente delle cose diverse, non hanno esattamente gli stessi gusti, però in generale si può immaginare che fra la Venere di Milo e uno gnomo dentro a un giardino c'è un criterio per cui, in genere, si dice che è più simile al concetto universale di bello la Venere di Milo anziché uno gnomo dentro a un giardino. È però complicato, perché tantissima gente si mette lo gnomo e non la Venere di Milo, e se uno si mettesse la Venere di Milo, in giardino, sarebbe perverso.

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